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Data / Ora
Date(s) - 24/06/2023
21:00 - 22:00

Luogo
Spazio Corsi SATs

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spettacolo “Eracle, L’Invisibile” con Christian DiDomenico
sabato 24 giugno ore 21.00
Spazio Corsi SATS
prenotazione obbligatoria alla mail info@scuolateatrotreviglio.it

Liberamente ispirato al mito greco di Eracle, il lavoro si muove nel solco del ribaltamento critico che propone Euripide nella sua tragedia. Nelle mitografie tradizionali, Eracle è l’Eroe che, in ragione della sua forza, del suo talento, della sua eccezionalità, viene continuamente spinto dal clan a cimentarsi con la Natura e che, prova
dopo prova, in essa si tempra, trovandovi la saggezza o espiando le sue colpe. In Euripide invece le “prove” non sono percorso di maturazione né di espiazione, ma premessa della tragedia.

Eracle non è colui che va messo alla prova, ma colui che è “provato”. La scena, come noto, si apre mentre la sua famiglia è in imminente pericolo, lui è sepolto nell’Ade e nessuno crede che più che possa risorgere per tornare a salvarla. Invece al tramonto, nell’ora in cui non restano che le preghiere, riappare. Ha il volto e il corpo di sempre, come sempre è pronto a battersi per la sua comunità. Come sempre lo farà fino in fondo, come sempre con successo, ma è tornato dall’Ade, dagli inferi, da quel posto in cui l’uomo lotta con la morte. Se da un lato, Eracle è un eroe, dall’altro, è un uomo che soffre, segnato dalle continue prove, commette errori, fino al punto di perdere se stesso quando, per volontà di Era, diventa preda di Lissa, demone della Rabbia, e precipita così nella follia omicida.
Teatro dei Borgia ha individuato nell’Economia il corrispettivo della Natura, il territorio principale del cimento dell’Uomo contemporaneo. Eracle, l’invisibile racconta allora il percorso parossistico dell’Essere Umano Economico, continuamente e ossessivamente sottoposto a un’infinita trafila di prove, portato a ignorare ogni altra sfera esistenziale, ridotto esclusivamente alla sua funzione economica: un Uomo Bilancio, spogliato di tutto ciò che è costitutivo della sua umanità.

Il lavoro narra di un buon padre di famiglia, un marito felice, la cui vita inciampa in un evento imprevisto e si sgretola. Racconta, attraverso una vicenda piccola e intima, il confuso sentimento di di paura e rabbia che pervade la nostra società, che in tanti casi deflagra in violenza. TB non ritiene che il Mito debba interpretare la realtà, men che mai che vada rinnovato. Tuttavia la realtà pone degli interrogativi ai quali, se non è possibile dare un senso, si può provare a dare un sentimento, attraverso appunto la riattivazione del Mito.

Con Christian Di Domenico, TB si sta confrontando con un percorso di ricerca sul campo con le Caritas, il Bistrot Popolare di Brescia, I Gatti Spiazzati, operatori che lavorano nel contrasto alle povertà con esodati, disoccupati, senzatetto.

Accompagnati dalla riscrittura di Fabrizio Sinisi, gli artisti di TB si sono interrogati sulla vicenda dell’eroe classico, creando un parallelismo con una figura iconica della società contemporanea: il forgotten man, il marginalizzato, il senzatetto. In particolare nella folla degli invisibili, dei dimenticati, TB ha approfondito il tema dei genitori separati e le loro vicissitudini economiche, sociali, psicologiche. L’immersione in questo progetto, la “difficoltà” emotiva di tirarsene fuori, la volontà di restituire al pubblico un’esperienza unica ha fatto emergere la necessità di progettare una performance immersiva con tutte le possibili analogie con il vissuto degli artisti nella ricerca sul campo.
Eracle, l’invisibile viene allora esperito direttamente nelle mense per i poveri, grazie al lavoro che la compagnia svolge con gli operatori che lavorano nell’ambito del contrasto alle povertà, in orari contigui al servizio e, quando non è possibile, anche a cagione dei protocolli anticovid, nella Tenda Bistrot Popolare della compagnia stessa.La tenda è un presidio di primo soccorso, dove vengono distribuite coperte, beni di prima necessità, pasti caldi, acqua.


Christian Di Domenico

Attore di teatro e di cinema, regista e docente di recitazione è nato a Monza. Si diploma alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone (1990). Poi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Dal 1997 al 1999 frequenta la “Scuola dopo il Teatro – GITIS Class”, diretta da Jurij Alschitz. Conduce numerosi laboratori internazionali (Mosca, Oslo, Berlino, Stati Uniti). Nel giugno del 2000 fonda, insieme a Borgia, con il quale da vita a un lungo sodalizio artistico, La Compagnia delle Formiche. Ha lavorato, tra gli altri, con Jerzy
Sthur, Massimo Navone, Giorgio Marini, Giuseppe Bertolucci, Marco Baliani, Gabriele Vacis, Elio de Capitani, Teresa Ludovico, Antonio Albanese, Alessio Bergamo, Mariano Dammacco, Jurij Alschitz. Dal 2000 al 2010 ha collaborato stabilmente con Borgia, privilegiando una modalità di ricerca legata alla pedagogia teatrale russa. Con lo spettacolo U Parrinu. La mia storia con padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia è in tournée dal 2013 (più di 400 repliche, tra sale teatrali, chiese e scuole). Con Eracle, l’Invisibile si riconsolida, dopo un intervallo
di dieci anni, il sodalizio tra Borgia e Di Domenico.

Il Trasporto dei miti – Un progetto di Gianpiero Alighiero Borgia e Elena Cotugno

Non portare il tragico del reale nel teatro, ma la luce del teatro tragico nel reale. Il Trasporto dei Miti di Teatro dei Borgia è un intervento artistico in ambito politico, un progetto quinquennale di ricerca teatrale sull’attivazione del mito. Anticamente, nella polis greca, assistere a una tragedia era un rituale collettivo: l’evento teatrale avveniva in una dimensione emotiva e conoscitiva estremamente più profonda e totalizzante rispetto a oggi. I personaggi e le vicende appartenevano a un territorio di mezzo, il mito, tra la religione e la finzione, il credo e la narrazione, la natura e la cultura. Nel plot drammatico erano condensati i temi etici, civili, religiosi più significativi dell’epoca, in quello che tuttora rimane il più intenso rito di elaborazione di una coscienza collettiva nel mondo occidentale.

Come dare forma a qualcosa di simile oggi, con i mezzi del teatro?

È il quesito da cui nasce Il Trasporto dei Miti, un progetto incardinato in un orizzonte di indagine nitido, che segue un preciso itinerario creativo in tre tappe:

■ costruire un’analogia tra un personaggio della mitologia classica e un suo corrispettivo iconico nella contemporaneità urbana, metropolitana,
mediatica (Medea/prostituta straniera, Eracle/genitore separato, Filottete/malato abbandonato);
■ individuare una tematica socio-politica cogente nella contemporaneità, da approfondirsi durante la preparazione dello spettacolo attraverso esperienze sul campo compiute dagli artisti, fatte di interviste e azioni di volontariato in contatto diretto con le realtà istituzionali e associative che operano negli ambiti approfonditi;
■ realizzare una performance di teatro d’arte che rompa il meccanismo canonico scena/platea alla ricerca di una modalità esperienziale per gli artisti e per gli spettatori, il più possibile analoga a quella dello spettatore tragico dell’antichità. Dal confronto tra i tragici greci e l’indagine sulla contemporaneità è nata La Città dei Miti: una trilogia di lavori su Eracle, Filottete e Medea, un’esperienza teatrale che si compie nel reale, un sogno poetico metropolitano.

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